La storia di San Fausto Patrono di Castellina in Chianti 

finalmente svelata in un saggio del Consigliere Vito De Meo

Si è conclusa positivamente lo scorso 18 ottobre 2013, riscuotendo una grande partecipazione, la presentazione del libro San Fausto Martire Patrono di Castellina in Chianti. L’arrivo delle reliquie e la genesi del culto, scritto dal dott. Vito De Meo, nostro Consigliere Nazionale nonché presidente dell’associazione culturale Gruppo Archeologico Salingolpe di Castellina in Chianti (SI).

La ricerca ha permesso l’individuazione di documenti inediti, per la prima volta rinvenuti e studiati, inerenti il culto patronale locale, apportando significativi contributi. Pochissimo si sapeva in termini storici dell’arrivo di queste reliquie, destinate fin da subito alla profonda adorazione. Il volume, dunque, intende offrire un valido contributo sul periodo in cui furono donate le reliquie, da chi esattamente, quali le condizioni imposte per beneficiare della donazione, quando iniziò a divenire ricorrenza frequente la festa in onore del santo. E ancora: chi esattamente della nobile famiglia fiorentina degli Ugolini donò a Castellina il suo Protettore? Che ruolo ebbe nella società del Seicento? Come mai l’origine di san Fausto si colloca proprio al Cerreto e non in altra località? Questi e tanti altri aspetti finora irrisolti sono svelati con rigore scientifico, attraverso il rinvenimento di importanti documenti d’archivio inediti che consentono, finalmente, di ricostruire per la prima volta l’arrivo delle reliquie e la genesi del culto di San Fausto nella comunità di Castellina in Chianti.

La pubblicazione è stata resa possibile grazie al fondamentale contributo del Gruppo Archeologico Salingolpe e alla sinergia instaurata con Archeoclub d’Italia – Sede Nazionale. Alla presentazione – aperta dai saluti del consigliere regionale Paolo Bambagioni e moderata dal giornalista de La Nazione Andrea Ciappi – sono intervenuti i seguenti relatori: prof.ssa Anna Benvenuti, direttrice del Dipartimento di Studi Storici e Geografici dell’Università degli Studi di Firenze; prof.ssa Isabella Gagliardi, docente di storia medievale presso l’Università degli Studi di Firenze; prof. Alessandro Falassi, Antropologo dell’Università per Stranieri di Siena; dott. Claudio Zucchelli, Presidente Nazionale dell’Archeoclub d’Italia e mons. Gino Giannini, ex parroco del SS. Salvatore di Castellina. La presentazione si è svolta nella Sala Affreschi del Palazzo Panciatichi sito in Via Cavour 4 a Firenze, sede istituzionale del Consiglio Regionale della Toscana che ha patrocinato ed ospitato l’evento.

Ampi gli interventi dei relatori, i quali hanno affrontato l’argomento da diversi aspetti. La prof.ssa Gagliardi, docente di storia medievale, ha puntualizzato l’importanza delle compagnie religiose nel tessuto socio-culturale della comunità, « i gruppi confraternali riproducono, nella loro microscopica dimensione, l’assetto del contesto umano ove si generano e da cui traggono
il reclutamento che ne consente la sopravvivenza e l’accrescimento, tuttavia finiscono per acquisire le capacità di modificarlo o comunque di inserirvi elementi nuovi e in grado di incidere significativamente in quel medesimo contesto. La storia dell’introduzione e dell’affermazione del culto a San Fausto è una robusta dimostrazione di tale capacità e il testimone di una dimensione multipla, dove fede, cooptazione del consenso e acquisizione del prestigio sociale convivono tra loro. A De Meo vada dunque la nostra gratitudine per il lavoro che ha così diligentemente svolto».

Profonda soddisfazione è stata espressa dal dott. Claudio Zucchelli, Presidente Nazionale dell’Archeoclub d’Italia, curatore della prefazione del volume: « La riscoperta della Storia, illumina il presente, aiuta a comprendere gli stili di vita attuali, le inclinazioni, i gusti, i tabù e le virtù. È opera di archeologia dei valori culturali, che ci fa comprendere come noi non siamo che coloro che sono stati, in una lunga catena di pensiero che ci fa comunità. Per questi motivi Archeoclub ha patrocinato questo lavoro. Sforzi quali quelli del dott. De Meo ci fanno comprendere quale ricchezza ancora sconosciuta alberghi nelle culture locali e quale sia la rilevanza di un loro studio approfondito».

[Comunicato interno dell’Archeoclub d’Italia. Riproduzione vietata]

Foto di Alessandro Viti. Tutti i diritti sono riservati.