Come è noto, dopo la devastante invasione di Alberico da Barbiano del 1397 che comportò la completa distruzione del borgo di Castellina in Chianti, Firenze deliberò fin dal 1° aprile 1400 la riedificazione fortificata di questo castello. Un’operazione in realtà assai lunga e travagliata, mai ultimata se non con l’arrivo in queste contrade di Filippo Brunelleschi nel 1431.
Dalle prime deliberazione dell’Opera del Duomo di Firenze (1400-1401, quadernetto 45, cc. 11-12) si rilevano tuttavia precise istruzioni per la costruzione delle fortificazioni, anche per la Porta Senese, la quale avrebbe dovuto essere alta “dalla soglia fino alla sommità dei merli” ben 38 braccia (più di 22 metri).
L’unica testimonianza iconografica a oggi nota è la celebre Allegoria del Chianti di Giorgio Vasari e aiuti (1563-1565), Firenze, Palazzo Vecchio, soffitto del Salone dei Cinquecento.
Il fortilizio di Castellina resistette tenacemente all’invasione aragonese del 1452 per poi cedere alla successiva invasione del 1478. Dopo un brevissimo periodo di dominazione senese durato appena 5 anni, nel giugno del 1483 Castellina tornò in mano ai fiorentini. Con la definitiva caduta della Repubblica senese, quindi del baluardo di Montalcino, nel 1559, Castellina perde poco a poco la sua natura di struttura militare fortificata e molti beni “demaniali” furono venduti a privati. La stessa Rocca, per esempio, prima data in affitto a Agnolo di Giuliano Landi nel 1560, sarà venduta nel 1578 ai fratelli Michele e Giovan Maria di Lando Landi, cugini del detto Agnolo.
Pochi anni prima, nel 1552, le Porte di Castellina furono restaurate. L’iniziativa non fu semplice poiché gli altri due terzieri di Radda e Gaiole non vollero partecipare alla spesa. Era consuetudine, infatti, che le spese per opere di pubblica utilità e sicurezza fossero a carico di tutti e tre i Comuni. In passato i castellinesi ebbero a sostenere le spese per il ponte di Gaiole, per il muro del relativo fossato, per la cisterna di Radda e per il ponte di Monterinaldi. La polemica andò avanti finché il Granduca Cosimo stabilì che aveva ragione Castellina. Tuttavia, dopo la definitiva caduta di Siena e nell’ottica di una graduale ma completa dismissione dei beni pubblici, le Porte di Castellina furono di fatto rese inservibili nel 1614, quando con asta pubblica si vendettero tutti i ferramenti al fonterutolese Orazio di Baldassarre Nelli e alla presenza di Giovan Maria Landi, doganiere.
Se per la Porta Fiorentina è nota la distruzione, evento dovuto al passaggio del fronte nel 1944, per la Porta Senese non è chiaro quando e cosa causò la sua distruzione. Si è pensato a volte che potesse aver condiviso la stessa sorte della Porta di Radda in Chianti, abbattuta simbolicamente con l’Unità di Italia. In realtà per Castellina non fu così né si ritrova nell’Archivio Storico comunale alcun documento relativo al suo abbattimento. La Porta Senese compare ancora parzialmente integra nel Catasto Toscano di inizio Ottocento. Si notano benissimo le mura perimetrali – riportate graficamente con linee ben più spesse delle altre particelle – e la Porta ancora “coperta” nella sua parte iniziale.
Nel 1830-31, la particella posta a S-O della porta senese (n° 952), ospitava un lavorativo vitato di Niccolò di Benedetto Benedetti e di suo cugino Baldassarre di Tommaso. Possiedono anche la part. 951 (torrino), ancora oggi proprietà Benedetti. La particella 970 (oggi grossomodo palazzo Morelli ) apparteneva, invece, a Ricci Augusto di Pietro, così come la n° 971 (attuale area verde tra il torrino Benedetti e l’alimentari). La n° 972 era dei Benedetti (attuale giardino posto dietro palazzo Morelli).
Con “stato dei cambiamenti” nn° 1-2-3 del 1878 (vedi foto sotto), si demolisce parzialmente il tratto delle mura quattrocentesche sia dalla parte che dal Torrino Benedetti conduce agli ex bagni pubblici (Via delle Mura) sia nel versante che dal torrino arrivava alla Porta Senese. Si parla della parte S-O della Porta Senese, nel 1878 non più “coperta” e pertinente alle proprietà Benedetti. Restano le fondamenta mentre sopravvive il perimetro S-E della Porta, dove poi sorgerà il palazzo Straccali.
Con successivo “stato di cambiamento” n° 56 del 1882 nasce la particella n° 1162 posta di fianco al Torrino Benedetti in Via delle Mura (attuale proprietà Mariani), mentre con “stato di cambiamento” n° 57 dello stesso anno, sui ruderi del perimetro delle antiche mura, si edifica la particella n°1182, ossia il palazzo Benedetti (attuale Tabacchi e Casa Bandini), descritto come una casa di 3 piani per 14 vani. La dichiarazione al Catasto avviene con denuncia del 2 dicembre 1881, dunque è naturale supporre che la costruzione fosse avvenuta in quest’anno.
Intanto, nel 1879, le proprietà dei Benedetti si riunirono nel solo Baldassarre di Tommaso. Il Palazzo che incorporò i resti della Porta Senese fu ereditato, con voltura del 2 settembre 1882, da sua moglie Alessandra di Luigi Soderi. La signora Soderi fece testamento il 30 ottobre 1911 (rogato Pianigiani), quindi tutti i beni restarono al figlio Adolfo Benedetti. Costui, con un atto di donazione, trasferì il palazzo a Gusmano del fu Tommaso Benedetti, il quale morirà nel 1953 trasmettendo tutto a Emma del fu Giuseppe Bandini. Oggi ci vive la signora Amelia Bandini.
Sempre nel 1882, un anno dopo il Benedetti, anche la famiglia Rosselli decise di costruire il proprio palazzo (più noto, oggi, come palazzo Straccali) inglobando i ruderi delle mura e quel che restava della Porta Senese. Ciò avvenne con “stato di cambiamento” nn°65-66-67 del 1882. La particella n° 950, tra l’altro, cioè il torrino angolare, fu inglobata in una nuova costruzione (attuale angolo di Via delle Volte che ospita il negozio di abbigliamento di lino). Il palazzo Rosselli subirà nuove modifiche, alcuni ampliamenti nonché la costruzione dell’area verde (resede) con successivo stato dei cambiamenti nn° 16-17 nel 1894. In questo periodo il palazzo venne descritto come una “casa con pozzo, pollaio, latrina e resede” di 3 piani per 18 vani.
Le particelle dei Rosselli provenivano dall’antica proprietà degli Ugolini Milanesi. Il cav. Francesco Ugolini Milanesi, in data 16 aprile 1830, pose all’asta pubblica tutti i suoi beni, compresi i suddetti.
Si parla di una vasta proprietà, venduta all’asta in 3 lotti:
- Casa padronale di Vegi più i poderi detti “Vegi, S. Quirico, Gretole, Piazza-Piazzuole e Fornace” oltre a una fornace e a un mulino posto in luogo detto “alla fornace”. Il tutto stimato 17.251,5 scudi.
- Poderi detti “Castagneto di Sopra, Castagneto di Sotto e Vignale” più il dominio utile delle terre di “Vignalino” con fabbricato rurale e il dominio utile di altri due appezzamenti di terra poco distanti. Il tutto stimato 6.604,6 scudi.
- Casamento, case, casette da pagionali, terre e quant’altro pertinente alla Fattoria della Castellina (già Palazzo Squarcialupi-Ugolini) più una casa in luogo detto “il Casino” e terre, boschi e mulini attinenti ai poderi di “Cerreto, Campo a Sala, Ferrozzola, Rocca, Colombaio, Casavico, Cellole, Casetta, Poggetto e Cispiano”. Il tutto stimato 25.918,6 scudi
Il terzo lotto, quindi anche il palazzo Squarcialupi-Ugolini, fu acquistato da Emanuele Rosselli, importante famiglia ebrea di Livorno. Pellegrino del fu Emanuele Rosselli, morendo il 24 aprile 1911, per successione e divisione tra eredi, passò il tutto ai figli Mary Rosselli in Nissim (sposata a Cesare Nissim) e dott. Emanuele. La proprietà fu divisa tra molti eredi e infine venduta a Giulio del fu Pilade Straccali con atto del 27 settembre 1934.
Fu così, dunque, che la Porta Senese scomparve dall’impianto urbanistico e dal patrimonio architettonico di Castellina in Chianti, con la costruzione dei due grandi Palazzi Benedetti e Rosselli (poi Straccali), operazione avvenuta tra il 1878 e il 1882.
Vito De Meo
1 comments
Wiolla says:
Apr 9, 2019
Grazie, i cenni storici e cambiamenti architettoniche durante secoli sono molto interessanti!
Scusa per il mio italiano, ma credo che almeno si capisce.
Complimenti per le ricerche storiche fatto con lo spirito indagatore, la curiosita’ e la passione per la storia.
Non vedo l’ora di venire e vedere la Castellina in CHianti al vivo.
Spero, a presto 🙂