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E’ risaputo che in questo grande poggio ci siano testimonianze archeologiche di grande importanza (giΓ riferite dal Tracchi nel 1971), fino a datare il sito all’etΓ del Rame (4000 anni fa) con i vari scavi effettuati negli anni dall’ArcheoProgetti.
L’antico toponimo del poggio, logicamente, non era questo e giΓ il compianto prof. Carnasciali ebbe ad accorgersene, considerandolo innanzitutto un Monte (600 m) e dalla precisa denominazione: Monte Valenzano.
Questo il vero toponimo del poggio, Monte Valenzano, ripetutamente attestato fin dal Trecento tra le pertinenze della vicina tenuta di Vercenni.
Ma quando e perchΓ© questo Monte Valenzano, lentamente, cambiΓ² denominazione in Monte o Poggio alla Croce? Abbiamo una data precisa ed Γ¨ ilΒ 3 maggio 1642.
Possiamo affermarlo grazie al rinvenimento di un libretto di ricordi, di “commercio”, del raddese Benuccio Anton Maria Paolini, nel quale trascrisse per comodo suo e dei suoi eredi le notizie economiche piΓΉ rilevanti afferenti alla sua sfera privata (acquisti, vendite di terreni, prestiti, pagamento di debiti, ereditΓ , ecc).
Nel 1642, il benestante Benuccio Paolini scrisse:
<<Ricordo come essendoci stato questa Quaresima a predicare un padre della Riforma venuto da Montecarlo, nella sua partenza ci esortΓ² a mettere una croce in su il Monte Valenzano e, per maggior devotione e virtΓΉ, ci lasciΓ² cinque pezzi di reliquie di piΓΉ sorte acciΓ² le mettessimo in detta croce, e cosΓ¬ si fece la croce e si benedisse con ordine di Monsignore nostro e vi si messe le dette reliquie e si messano nella intaccatura della croce, in un’ampolla di vetro; et la mattina di S. Croce, allΓ¬ 3 di maggio 1642, si portΓ² la detta Croce al Monte Valenzano con una solenne processione vestiti tutti quelli della Compagnia, e c’era di molto popolo e cosΓ¬ si messe la detta Croce e si fece la festa per fare dire delle messe di santa Croce, per pregare il Signore Dio et per mezzo di quella croce e di quelle reliquie ci liberi dalla tempesta, il chΓ© piaccia alla sua divina maestΓ concedercelo per sua infinita bontΓ , amen GiesΓΉ.>>
Ma questo fondamentale ricordo manoscritto non si limita qui, fornendoci un’altra preziosissima informazione sulla comunitΓ cristiana raddese.
<< Ricordo. Dal ritorno [dalla collocazione della Croce] tutti recammo un sasso per uno per primo principio per fare la Compagnia di S. Gregorio nel nostro cimitero [cioΓ¨ di fianco alla chiesa di Radda], et il dΓ¬ 4 detto ci venne […] Filippo Ricasoli, in persona del vescovo, e si disegnΓ² detta Compagnia>>
Spero che adesso con questa nuova testimonianza, chi passi per Radda visitando o solo scorgendo per strada la grande Croce sull’omonimo Poggio, nonchΓ© la bellissima chiesa cittadina, possa guardare tali luoghi con occhi e spirito diversi.
Vito De Meo