Sulla guerra a Castellina, fortunatamente, si è detto e si è scritto parecchio. Ultima, notevole, iniziativa la ricerca di Claudio Biscarini pubblicata per mezzo del Comune nel libro La guerra sulle colline. Castellina in Chianti 1943-1944, Betti editore, che potete trovare in vendita al Museo Archeologico del Chianti senese oppure online direttamente sullo store dell’editore. Consiglio caldamente la lettura di questo volume perché rappresenta una vera miniera di informazioni storiche sul passaggio del Fronte a Castellina nel 1944.


Ora, invece, vorrei condividere un “altro” documento riguardante questi giorni e che specifica cosa pensassero di Castellina gli Alleati o, per meglio dire, alcuni di questi Uffici amministrativi preposti agli aiuti e alle opere di ricostruzione.

Innanzitutto ricordiamo che Castellina in Chianti fu liberata mediante operazioni militari tra il 15 e il 17 luglio 1944. I primi ad entrarvi furono i soldati del I° e II° Battaglione dell’8° Reggimento Tiragliatori Marocchini, dunque i francesi. Concluse le operazioni militari e scacciati i tedeschi, a Castellina vi stazionarono alcune truppe neozelandesi allestendo un campo di riposo e riordinamento. Ci furono anche reggimenti italiani, alloggiati per lo più a Tregole, ed esattamente (nell’ordine) alcuni soldati dei reggimenti Friuli, Legnano e Mantova.

Subito dopo la liberazione a Castellina vi si instaurò una nuova Giunta e un nuovo Sindaco di nomina prefettizia. L’ufficialità arriverà solo a settembre ma erano operativi fin dai primi giorni.

Sindaco e Giunta comunale di Castellina in Chianti. Nomina ufficializzata il 21/09/1944

Come sindaco, dunque, troviamo Alfredo Lecchini Giovannoni, il quale era stato perseguitato durante il fascismo. Una comunicazione manoscritta anonima – ma, come vedasi da appunto a lapis: “police” – descrive in modo sintetico ma sprezzante la figura del Sindaco così come della nuova giunta. Probabilmente scritto, su richiesta, dai Carabinieri locali, questi affermarono che: nella Giunta vi sono elementi qualificati torbidi che danneggiano la riprese della vita civile, e un Sindaco facilmente influenzabile da questi elementi perché ambizioso.

Parere scritto probabilmente dai Carabinieri di Castellina in Chianti nell’agosto del 1944 e inviato al C.A.O. a Siena

In realtà, come vedremo dal documento degli Alleati, il Sindaco Lecchini Giovannoni non fu giudicato negativamente. Riportiamo di seguito traduzione dei punti più salienti del documento prodotto nell’agosto del 1944 a cura del capitano E.A. Valentine del CAO (Civil Affairs Official).

Il Sindaco è denunciato come debole: anche se antifascista (e probabilmente il Segretario fa sia Monteriggioni che Castellina).
Impiegato comunale, tipo buono: lì dal 1937.
3 frazioni e 15 parrocchie.
Giunta Comunale meramente nominale, si incontra di rado e non è capace di prendere decisioni


Spediti tre lotti di aiuti alimentari, per un totale di quasi 24 quintali di merce, relativi soprattutto a carne, zucchero, verdure, latte, formaggio e vegetali.

Ci sono 250 famiglie di rifugiati! Provengono da Poggibonsi e Livorno e lavorano nei vari poderi (farms) della zona. Abitanti in totale: 7.150 (dei quali 1500 sono i rifugiati suddetti).

Amministrazione.

Sindaco: fu sindaco per diversi anni sotto il vecchio governo, si congedò e trascorse un breve periodo in carcere. Al momento della liberazione fu riconfermato dal popolo e confermato dall’Ufficiale di lancia AMG il 19 luglio 1944. Ha circa 45 anni e mi ha impressionato per essere attivo, efficiente e conoscitore del suo lavoro. È popolare tra la gente e fa organizzare e far funzionare i lavori del Comune. Tutti stanno lavorando.
Segretario: non ho incontrato il segretario. Ha esperienza ed è in servizio in questo Comune dal dicembre 1943.
Medici: presenti due medici. Hanno bisogno di pass e di un pass per l’auto. Forniture mediche necessarie. I pazienti vengono portati a Siena perché dismesso il dispensario. Requisiti medici elencati e girati. Salute del Comune attualmente buona.
Carabinieri: 1 Maresciallo e 8 uomini. Carabinieri non attivi nel reprimere le solite (li chiamano comunisti), manifestazioni e pestaggi. L’ex Maresciallo era un fascista attivo e vive tuttora nel Comune.
Finanze: L. 200.000 Ufficio Postale + L. 360.000 bilancio del Comune.
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Un particolare del documento finora esposto. ORIGINALI CONSERVATI NEGLI STATI UNITI/National Archives, Washington/Allied Control Commission – ACC/Siena Province/Civil Affairs


Il documento conclude elencando molto sinteticamente alcune necessità. Ad esempio il Comune dispone di due automezzi ma di soli 80 litri di carburante. Il cibo non si trova facilmente e serve andare a Siena o a Colle Val d’Elsa. L’elettricità nel paese è fuori uso e anche l’acquedotto ha subito danni importanti (infatti sarà ripristinato, con una spesa di L. 70.000, facendo lavori alla Doccia, in paese e a Malafrasca). Il morale della gente è generalmente “buono”. Gli edifici danneggiati ammontano al 50% mentre quelli proprio distrutti al 10% (stime approssimative).

Vito De Meo