Questa pubblicazione è il frutto dell’attività di ricerca ordinaria che il Gruppo Archeologico Salingolpe conduce nel proprio territorio di afferenza. L’attività associativa, questa volta, intende valorizzare un preciso istante della storia contemporanea di Castellina in Chianti, un periodo storico comunemente conosciuto come “l’avvento del fascismo” in Italia e che fu, per questo piccolo paese, di estrema importanza sociale e politica.

 

Bisogna premettere che fino ad oggi, le esatte vicende e, quindi, i modi, i motivi, le azioni e le persone che caratterizzarono questo momento storico non erano note. In quel che resta della memoria orale del paese non emergono che pochi, frammentari, ricordi di ciò che avvenne nel periodo trattato in questa sede, ossia degli anni immediatamente successivi alla fine della Grande Guerra.
Ci si trova, ahimè, in un vuoto storico anche se riguarda un evento relativamente recente. La presente ricerca, dunque, intende offrire chiarezza a riguardo, e lo fa soprattutto grazie alla narrazione precisa e puntale offerta – attraverso ricordi dattiloscritti negli anni Ottanta del secolo scorso – da un Uomo, un uomo semplice dalla modesta estrazione sociale, un reduce che combatté con passione nelle trincee del Piave, il fiume Sacro alla Patria, uno scalpellino originario del grossetano che, una volta trasferitosi a Castellina per ricongiungersi con la propria famiglia, ebbe il coraggio di opporsi allo stato degradante del lavoro, di un lavoro che ancora richiamava fortemente un modello mezzadrile di stampo “feudale e baronale”, ove la dignità del lavoratore quasi non esisteva. Un giovane uomo che seppe ribellarsi a tal triste realtà, che non poteva “rimanere un essere isolato, passivo di una lotta sociale che s’annunciava”, un orgoglioso diciannovenne che non avrebbe mai potuto piegarsi “umilmente alle forze politiche e sociali; ai ceti, cioè, alle classi superiori come era stato in guerra con le gerarchie militari”, ove bisognava sottostare ai “signori della guerra e ai reggitori dei destini del mondo; responsabili di tanti sconvolgimenti e di tanto orrore”. Un socialista e poi un comunista, criticissimo e di conseguenza combattuto anche nel suo stesso partito; un partigiano per la libertà che mai ebbe a mostrarsi pubblicamente né a richiedere alcun riconoscimento: Otello Terzani, l’uomo che sfidò l’Agraria.

La presente pubblicazione contiene un compendio storico – con modesti fini propedeutici – sul fenomeno dello squadrismo agrario e dell’avvento del movimento fascista; una selezione dei ricordi dattiloscritti del Terzani: Ricordanze, dove si offre un’analitica e suggestiva immagine, anche poetica, del “ricordo” e della “memoria” nonché alcuni eventi biografici e familiari, e La mia iscrizione al P.S.I. e la mia lotta al Fascismo, lo scritto che più interessa in questa sede perché parla della lotta politico-sindacale di Terzani a Castellina e della violenza fascista. Un’eco di stampa dei giornali d’epoca che descrissero la sassaiola fascista del 4 novembre 1920 e un’appendice foto-documentale. Si precisa che i ricordi del Terzani vengono trascritti fedelmente – fatta eccezione per gli evidenti errori di battitura – rispettando la forma grammaticale e sintattica usata dal protagonista.

LEGGI l’introduzione del Sindaco di Castellina in Chianti, Marcello Bonechi

LEGGI l’articolo sull’intitolazione della Biblioteca Comunale a Otello Terzani